il Santuario Oggi

il Santuario

N.S. di Bonacatu

Nostra Signora di Bonacatu

Nostra Signora di Bonacatu

La villa rustica di Nostra Signora di Bonacatu. Il santuario di Nostra Signora di Bonacatu è un edificio ecclesiastico di origine altomedievale caratterizzato da quattro bracci irregolari raccordati da un corpo cupolato. Gli scavi sul santuario, diretti da Donatella Salvi nella prima metà degli anni Novanta del secolo scorso, hanno rivelato la presenza di un edificio termale preesistente datato, dagli autori degli scavi, al II secolo d.C. I resti documentati sono costituiti da un'abside contenente una vasca mosaicata, dal pavimento di una sala a sviluppo rettangolare, anche questo in origine rivestito da un mosaico policromo, e da una porzione del praefurnium sul fianco meridionale. In realtà le nuove ricerche, suggerirebbero una collocazione cronologica del primo impianto già nel I secolo d.C. Le prime modifiche sulle strutture originarie dovettero avvenire attorno al IV secolo. Materiali di età romana imperiale furono già segnalati all'epoca degli scavi di Donatella Salvi nell'area a Nord-Ovest delle strutture dell'abbazia medievale adiacente al santuario. Inoltre è molto probabile l'esistenza di sepolture di età romana presso la tomba dei giganti in località Binzola ora scomparsa, ubicata poco più a monte verso Nord-Ovest rispetto alle strutture termali. Purtroppo i dati di cui possiamo disporre relativamente all'organizzazione topografica di quella che doveva essere la villa rustica sono molto limitati. Con tutta probabilità la restante pars urbana alla quale sono da collegare le terme si estendeva nei pressi delle stesse, nell'area oggi occupata dal grande sagrato del complesso santuario/chiesa di Nostra Signora di Bonacatu. Le mancate indagini archeologiche in estensione che si sarebbero potute realizzare in occasione dei molteplici rifacimenti della pavimentazione del sagrato non hanno consentito di poter acquisire altri elementi. Alla mancata conoscenza dell'articolazione della pars urbana, si contrappone una, seppur minima, documentazione archeologica relativa alla pars rustica, ottenuta grazie alle prospezioni di superficie realizzate nei dintorni del santuario. Materiali di età romana, in questo caso attestanti una frequentazione risalente già all'età repubblicana (II-I secolo a.C.) si rinvengono in tutto il settore settentrionale e occidentale dell'ex complesso abbaziale, nell'area denominata Binzola, e poi risalendo il versante collinare a Ovest, nel complesso nuragico di Su Lare. Altri siti ubicati a breve distanza sono da interpretare come villaggi della manodopera servile collegata alla villa, come quello documentato in località Porcarzos, nel quale si rinvengono laterizi a margine rialzato, ceramica comune e da mensa (sigillata italica, sigillata africana), e quello in località Funtana 'e Lauru/Sos Cantareddos nel quale sono stati rinvenuti anche frammenti di anfore di produzione africana e dolia. Tratto da: “L’abazia di Santa Maria di Bonarcado” archeologia, paesaggi, architettura. Giuseppe Maisola, Alesandra Urgu. Condaghes

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